NEWS

Upcycling degli scarti agro-alimentari per il recupero dei Polifenoli

Upcycling degli scarti agro-alimentari per il recupero dei Polifenoli

Rifrattometro di Processo per scarti agro-alimentari

L’industria agro-alimentare genera quantità enormi di scarti organici come le bucce di pomodoro dopo la lavorazione dell’ “Oro Rosso” che hanno costi enormi per il loro smaltimento: ultimamente questi scarti possono avere una seconda vita, infatti essendo ricchi di composti ad elevato valore aggiunto sono reclamati da altri settori come la nutraceutica, la farmaceutica o le biotecnologie.  E’ l’ upcycling, il processo di recupero da materiali di scarto di principi attivi o proteine ad elevato valore aggiunto.

Negli ultimi anni quindi a sostegno dei presidi Slow Food, come i consorzi per la produzione di passata o olio di oliva o vino, si sono adoperate molteplici industrie farmaceutiche e biochimiche per la creazione di sinergie virtuose, da una parte l’azzeramento dei costi di puro smaltimento e d’altra l’ottenimento di principi attivi senza ulteriori impatti ambientali partendo infatti da un prodotto “bio” di suo.

Negli scarti agro-alimentari ritroviamo ad esempio i polifenoli, composti antiossidanti che consentono di contrastare il fenomeno ossidativo appunto apportando effetti benefici sulle malattie croniche. Questi composti si  formano dal metabolismo secondario delle piante e li ritroviamo per lo più nella sansa d’oliva, nelle fecce di vino, nelle acque di vegetazione, nel siero di latte e negli scarti di lavorazione degli agrumi. Da questi bioscarti attraverso il Processo di Estrazione si possono ottenere composti ad elevato valore quali: oleuropeina, acido caffeico, vanillico, cumarico e idrossitirosolo, acido fallico, catechina e quercetina, flavonoidi e pectine; tutti utilizzabili in diversi campi industriali come la cosmesi, la nutraceutica e la farmaceutica.

Diverse società di ingegneria e costruttori specializzati di skid hanno studiato diverse tecnologie per lo sfruttamento di questi residui delle lavorazioni tra le quali spicca la Tecnologia Separativa a Membrane che consente al Cliente di ottenere il titolo ( cioè la concentrazione ) e la purezza necessaria per una commercializzazione senza problemi. Le membrane infatti posseggono una elevata selettività nei confronti di specifici componenti: il permeato viene spinto ad una sezione di Ultrafiltrazione o Nanofiltrazione dove vengono concentrate le sostanze a maggior peso molecolare che rappresentano il Prodotto richiesto. Un ulteriore passaggio dopo la filtrazione comporta l’utilizzo del processo ad Osmosi Inversa, sempre a membrane,  dal quale si ottiene un Prodotto a peso molecolare inferiore.

Ma come controllare in continuo la qualità del Permeato ? Come verificarne la reale concentrazione o grado brix e quindi agire sui parametri operativi dell’Osmosi Inversa?

Lo strumento principe per questo controllo è il Rifrattometro di Processo: attraverso il calcolo dell’ Indice di Rifrazione viene misurata direttamente senza correlazioni di sorta la Concentrazione del permeato, in linea, senza prelievo del campione.

Rifrattometro di Processo per scarti agro-alimentari

Non solo, ma il Rifrattometro di Processo K-Patents Vaisala presenta delle caratteristiche tecniche ideali per il recupero degli scarti agro-alimentari

  • Completamente certificato per uso igienico 3-A ed EHEDG
  • Perfettamente lavabile con cicli CIP
  • Senza parti in movimento e quindi senza manutenzione
  • Installabile anche senza elettronica remota dedicata
  • Inseribile in qualunque flusso di lavoro ISO 9001 grazie alla Procedura di Calibrazione e Reportistica built-in nel sensore

Installazione Rifrattometro per scarti agro-alimentari

Articolo precedente
Analizzare O2 fino a 1500°C in situ? ZFKH naturalmente!
Articolo successivo
SENSIA: Automazione Globale Oil & Gas

Post correlati